Il dialetto genovese, il “Dizionario” di Olivieri e il “Vocabolario” di Casaccia
Intorno agli anni ’40 dell’ottocento prendevano piede a Genova gli studi sulla lingua dialettale genovese. In realtà con “genovese” (zeneise) si fa riferimento alla lingua parlata non nella sola città di Genova ma da tutti gli abitanti della ex Repubblica di Genova.

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In questo clima di interesse per la lingua dialettale spicca la figura del poeta genovese Martin Piaggio. Così scrive Stefano Rebaudi nel suo articolo sui vocabolari del dialetto genovese pubblicato nel 1930 in “Genova – Rivista del Comune”: “Intorno al poeta in vernacolo Martin Piaggio ancora in vita (morì nel 1843) s’era venuta formando una camerata di valentuomini, i quali facevano della poesia genovese e pubblicavano le loro produzioni in libercoli a sé o nei “LUNARII DEL SIGNOR REGINA”, che ad ogni fine d’anno venivano dati regolarmente alle stampe. Frattanto un gruppo di scrittori di cartello, fra i quali dobbiamo porre lo Spotorno, il Celesia, il Randaccio, il Persoglio, ecc., studiavano scientificamente i diversi problemi che riguardavano il patrio dialetto e pubblicavano dotte monografie di grande interesse e di importanza somma. Mancavano in tanta ricchezza di produzione una grammatica ed un vocabolario dialettale. Nel 1841 si incontrarono in Genova due appassionati, l’Abate Giuseppe Olivieri ed il signor Giovanni Casaccia, i quali deliberarono di unire i loro sforzi per creare il primo vocabolario genovese-italiano.